Genova ha un fascino tutto speciale : è una città ricca di contrasti e di bellezze. Si stende dalla collina fino al mare; il Porto Antico con vicoli e carrugi è una passeggiata che non si può perdere, mentre quando si sale verso il centro storico della città si scopre lo splendore dei palazzi nobiliari e delle chiese. Appena un po’ più in alto il panorama si rivela : dal Castello d’Albertis a Genova si gode di una vista sulla città e il suo mare che rende la visita di questo museo, tanto particolare, ancora più interessante.
Il Castello d’Albertis a Genova
Fra i musei di Genova , che sono tutti belli ed interessanti, il Museo delle Culture che ha sede nel Castello d’Albertis è particolare e pieno di raccolte frutto delle esperienze di viaggio del Capitano Enrico Alberto D’Albertis che qui ha abitato dal 1889 al 1932.
Un esploratore alla scoperta del mondo : il Capitano D’Albertis
Un grande viaggiatore che, in questo palazzo arroccato sulla collina, ha portato tutte le scoperte fatte attraverso il mondo. Nato da una famiglia facoltosa nel 1846, ha coltivato le sue passioni e la voglia di conoscere il mondo prima nella Marina Militare, poi in quella civile, fino alla scelta di viaggiare in autonomia. Poliedrico e curioso per natura ha approfittato dei suoi viaggi per approfondire le sue conoscenze nella botanica, archeologia, storia dell’arte, geografia e molti altri campi, dimostrando una cultura eclettica e molto ampia.
Un personaggio intraprendente, un vero esploratore genovese che già nel 1877 compie il suo primo giro del mondo con la sua barca, il Violante. Seguono altri viaggi sia per mare che per terra; ripercorre la rotta di Cristoforo Colombo, e nel 1886 acquista il bastione di Montegalletto destinato alla demolizione per costruire il suo originale castello.
Dopo Europa, Italia e altri due giri intorno al mondo dal 1900 inizia il suo periodo Africano partecipando a molte iniziative per terra e per mare. Ma quando è “a casa” continua a coltivare le sue passioni e le sue molteplici amicizie (politici, antropologi, naturalisti, archeologi e uomini di cultura). Non manca di scrivere dei suoi viaggi, di raccogliere le sue migliaia di fotografie e progetta oltre 100 meridiane in tutto il mondo Alla sua morte, nel 1932, stabilì che il suo palazzo sia donato, con tutte le raccolte che contiene, come museo alla città di Genova.
Il Museo delle Culture
Come potrebbe essere la casa di un viaggiatore esperto e colto ? Ce la immaginiamo piena di ricordi e di testimonianze dei propri viaggi. Non fa eccezione questa dimora così particolare e variegata nella sua struttura e nel contenuto.
Il castello fu costruito fra il 1886 e il 1892 con un mix di stili che sono ben visibili attraverso tutto il percorso dal giardino fino al palazzo ed oggi, stanza dopo stanza, si scoprono le raccolte messe insieme da una vita di viaggi attraverso tutti i continenti. Dal piano terra al secondo piano, dove si trovano le stanze private del capitano, il castello offre molti spunti di interesse; costruito sui resti di un bastione cinquecentesco è un insieme di elementi di generi diversi.
L’ammirazione per la figura e le imprese di Cristoforo Colombo si nota in molti punti di questa costruzione : la Sala Colombiana, il balcone con la statua di marmo del giovane Colombo e il porticato dove si trova un affresco che ricorda le tre caravelle dell’esploratore genovese.
Le sale del Castello
Le scale sono decorate da una collezione di spade lungo tutte le rampe; le sale che fanno parte dell’appartamento del capitano indicano chiaramente le sue passioni come nella Sala delle meridiane che è stata ricostruita seguendo l’orientamento del sole : qui il padrone di casa progettava le meridiane (oltre 100) realizzate un po’ ovunque; ed anche qui il ritorno a Cristoforo Colombo si trova nelle decorazioni.
Il salotto Turco esprime molto bene la passione per le influenze medio orientali, come era nella moda della fine ‘800. Le contaminazioni arabeggianti, indiane, turche avevano un grande seguito e affascinavano il capitano fin dai suoi primi viaggi come quello per l’inaugurazione del canale di Suez a cui parteciparono persone provenienti da molti paesi. La moda orientalista dell’epoca permette di mettere insieme dettagli ricostruiti da mondi lontani che hanno un grande impatto.
La cabina del capitano è l’ultima stanza del castello ottocentesco : è stata ricostruita come se il castello stesso fosse una nave da guidare nel mare della città con i suoi preziosi tesori.
Nel bastione cinquecentesco ora sono raccolte molte collezioni oltre a quelle lasciate da D’Albertis; dalla riapertura dell’esposizione nel 2004, dopo un lungo restauro, Genova ha trovato un luogo per riordinare i molti lasciti nell’ambito etnografico provenienti da tutto il mondo.
Dall’Africa, all’America fino alle più piccole isole dell’oceano pacifico, si è dato vita ad un vero e proprio museo delle culture con esempi e reperti della vita di questi luoghi.
Un modo splendido per attraversare terre lontane come aveva fatto per tutta la sua vita il capitano D’Albertis.
Se siete interessati a seguire le iniziative del museo potete visitare il profilo Facebook del Castello d’Albertis ; e se dopo la visita volete fermarvi per uno spuntino posso consigliarvi il Caffè del Castello con una location molto suggestiva.