Cosa vedere a Lucca in un pomeriggio : un itinerario fra scienza e genialità
In LUCCA/ TOSCANA

Cosa vedere a Lucca in un pomeriggio : un itinerario fra scienza e genialità

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Ogni città ha mille dettagli e mille particolari che la fanno amare e che colpiscono chi la visita. A volte sono evidenti, famosi e molto conosciuti; altre volte bisogna sforzarsi un po’ per cercarli e soprattutto essere accompagnati da una guida molto esperta che sa spiegare e conoscere quelli più nascosti e meno pubblicizzati. Mi sono trovata quindi a scoprire cosa vedere a Lucca in un pomeriggio con una della guide turistiche più brave, alla ricerca di scienza e genialità. In effetti ho imparato tantissimo e spero di essere in grado di portarvi con me in questo “viaggio” di poche ore ma davvero speciale.

Cosa vedere a Lucca in un pomeriggio

Della nostra città amiamo quasi tutto ed ogni volta che ci soffermiamo ad ammirarla con un po’ di calma, ci accorgiamo di quanto non la conosciamo davvero bene. Tantissime le cose belle che i visitatori possono apprezzare in un fine settimana a Lucca passeggiando in città. Famosa per le sue Mura rinascimentali, per le torri e il suo centro storico perfettamente conservato è facile da visitare anche avendo poco tempo.

In questa nostra splendida città, sono passati grandi artisti del passato che in qualche caso hanno lasciato tracce visibili della propria arte sublime. Così come grandi geni lucchesi hanno brevettato importanti invenzioni, purtroppo spesso misconosciute. Arte e genio si sono spesso unite per realizzare opere davvero notevoli.

Grazie a Turislucca   una passeggiata attraverso alcune strade del centro e la visita a due bellissime chiese che si è trasformata in una vera e propria caccia al tesoro di dettagli preziosi e speciali : arte geniale e scienziati lucchesi con le loro innovative invenzioni.

Cosa vedere a Lucca in un pomeriggio : scienza e genialità attraverso i secoli

Nell’anno del 500° anniversario della morte di Leonardo, la Regione Toscana ha voluto celebrare l’inizio dell’estate promuovendo in tutto il territorio toscano itinerari, manifestazioni ed eventi dedicati alla genialità, alla creatività e alla scienza. A Lucca abbiamo avuto l’opportunità di approfondire alcuni elementi che la storia secolare della repubblica ci offre fra inventori e artisti straordinari.

Probabilmente il grande Leonardo non passò mai dalla nostra città, ma sicuramente molti altri come il Ghirlandaio o Donatello, hanno lasciato tracce della loro permanenza in città (una “Madonna con Bambino e i Santi” del Ghirlandaio è esposta nella Cattedrale di San Martino); e con loro architetti, inventori ed altri grandi artisti hanno permesso alla città di diventare, dal Rinascimento in avanti, sempre più bella e ricca.

La Basilica di San Paolino : la Chiesa della Repubblica di Lucca

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Basilica di San Paolino

Una chiesa forse meno visitata dai turisti, la Basilica di San Paolino è il primo vero esempio di chiesa rinascimentale a Lucca; e qui si trova il “primo” quadro, ovvero il primo dipinto di forma quadrata : Baldassare di Biagio da Firenze dipinse la città con le sue mura, le sue torri volendo rappresentare tutto il potere e la forza di questa piccola ma libera città ancora indipendente.

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Un città che dedicava ai commerci la maggior parte della sua attività, e fra questi, per diversi secoli, fu particolarmente importante il commercio della seta, la cui origine era all’epoca sconosciuta. Le piccole balle di bambagia importate dall’oriente venivano tessute (ed ancora oggi le tessiture lucchesi sono note per la loro eleganza e qualità) grazie ad una tecnologia che gli ebrei stabilitisi in città fin dall’anno 1000 erano gelosi custodi e che per alcuni secoli regalò il primato di Lucca fra altre città.

La Basilica di San Michele e la sua perfetta costruzione matematica

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Facciata della Basilica di San Michele

Forse la più bella (non me ne vogliano visitatori e concittadini) fra le chiese di Lucca : nella semplicità estrema degli interni (che regalano bellissime sorprese), si contrappone una facciata elaborata e di grande raffinatezza, realizzata con perfezione matematica. Alla doppia serie di 14 archi segue la doppia serie di 7 archi alla cui sommità si trova il bellissimo arcangelo San Michele. La sua realizzazione richiese quindi oltre a gusto artistico grande conoscenza tecnica e scientifica (del resto la sua realizzazione avviene quando si era già diffuso, grazie anche al matematico Fibonacci, l’uso dei numeri arabi) .

Il suo interno sembra decisamente più spoglio ma rivela alcuni dettagli di grande pregio; per esempio un quadro di Filippino Lippi, un’altro di forma quadrata, con i santi protettori della peste, ma se avete voglia di guardare con attenzione le sue colonne troverete tante splendide incisioni.

 

Un ippodromo di cui si sono perse le tracce

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Antica porta San Donato

In quella che oggi è una zona di ingresso alla città da Porta Sant’Anna in Piazzale Verdi, dove si trova la vecchia porta San Donato appartenente alla cinta muraria medievale, dai primi del ‘700 si trovava uno spazio dedicato alle corse dei cavalli, che venne magnificamente ristrutturato nel 1785 in occasione della visita del re delle Due Sicilie, Ferdinando, giunto in Toscana e attratto a visitare anche la piccola repubblica ancora indipendente.

Un palco per le autorità, un parterre con giardini all’italiana, 18 statue lignee dipinte e fontane : un fasto e una ricchezza che il re apprezzò come lo spettacolo della corsa dei cavalli che si svolse in suo onore. Forse il canto del cigno di una città che aveva vissuto secoli di gloria e ricchezza, ma un grande esempio dell’abilità e genialità di architetti ed artisti locali come gli architetti Diodati e De Santis.

Inventori e geni lucchesi : dalle mongolfiere al motore a scoppio

Nei secoli più vicini a noi non è mancata un’altra ventata di genialità e capacità inventiva grazie a Vincenzo Lunardi (Lucca 1754- Lisbona 1806) vero e proprio pioniere dell’aeronautica, che seppe sfruttare le potenzialità dell’uso dell’idrogeno per realizzare un pallone capace di salire più velocemente rispetto a quello dei fratelli Mongolfier. Sperimentò la sua invenzione in tutta Europa con grande successo e riuscì a brevettarla in Inghilterra, ma non ebbe altrettanta fortuna nella sua patria, tanto da morire in esilio.

Sorte non molto diversa toccò a Eugenio Barsanti e  Felice Matteucci gli inventori del motore a scoppio intorno alla metà del 1800 che solo nel 2003 si videro riconoscere il merito di questa importante scoperta. Barsanti (nato a Pietrasanta nel 1821) fu il primo a sperimentare l’utilizzo di una miscela di idrogeno ed aria per generare una forza motrice al posto dei motori a vapore.

Grazie all’incontro con Matteucci (nato a Lucca nel 1808) furono sperimentati e poi brevettati, in Inghilterra (1854), i primi motori che dovevano avere soprattutto utilizzo industriale, navale e ferroviario ma non ancora per veicoli a motore. Tutto ciò non fu abbastanza per riconoscere a loro il primato dell’invenzione così da finire ben presto superati dalle successive applicazioni.

Oggi a Lucca sono esposti alcuni esempi dei prototipi realizzati dai due inventori nella esposizione che si trova in via Sant’Aandra proprio di fronte all’ingresso della Torre Guinigi, famosa nel mondo per i suoi lecci sulla sommità, proprio nei locali della loggia Guinigi dove l’antica famiglia lucchese svolgeva i suoi commerci.

Di motivi per visitare Lucca ce ne sono tantissimi; forse ve ne ho fatti scoprire alcuni davvero particolare …

Post #incollaborazione con Turislucca

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